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ABSTRACT

Nel corso dei decenni l’implanto- protesi, inizialmente concepita per il paziente totalmente edentulo e portatore di protesi mobile, è andata incontro a profonda evoluzione sia nella tecnica clinica che nei dispositivi impiegati. In parallelo a ciò sono emerse anche diverse problematiche sia di natura biologica che biomeccanica in grado di invalidare gli effetti della terapia.
Recentemente diversi articoli hanno riportato percentuali di complicanze allarmanti che, qualora confermate, imporrebbero una attenta riflessione circa la liceità di alcuni trattamenti implantari quotidianamente impiegati nella cura di moltissimi pazienti.
L’evoluzione di una complicanza in un fallimento, inoltre, causa frustrazione per l’operatore oltre ad una perdita di fiducia del paziente nei confronti del nostro operato; ogni ragionevole sforzo deve pertanto essere indirizzato a scongiurare tale circostanza.
In una sorta di limbo sono poi collocabili gli impianti che “sopravvivono” relativamente ai quali si ritiene importante indirizzare la nostra attenzione, per evitare che sconfinino nelle due condizioni precedentemente menzionate.
La presentazione, partendo da questi presupposti, valuta se un approccio specialistico scrupoloso e ragionato, possa ridurre drasticamente la possibilità di andare incontro a complicanze o fallimenti. I relatori, inoltre, presenteranno alcune delle strategie usualmente impiegate nella gestione di “comuni” complicanze/fallimenti.